Walls. Le Mura di Roma.

Nel realizzare questa campagna fotografica - la prima dopo quella guidata dalla squadra dell'archeologo inglese J.H.Parker nella seconda metà dell'Ottocento – ho cercato sempre di operare su due registri: la foto del monumento e il suo dialogo con la città, un rapporto che si modifica a seconda della zona della città attraversata da quel tratto di mura. Ho sentito con forza una essenziale differenza di condizione dai fotografi che hanno lavorato per Parker: oggi la città chiude spesso ogni spazio cosicché mi sono ritrovato di frequente impegnato in un corpo a corpo ravvicinato con “le mura”, il soggetto erano loro. Ma in molte parti le mura si aprono lasciando spazio alla città contemporanea e qui, ritrovando la relatività della loro dimensione, recuperano anche un elemento di astrazione. Le immagini documentano anche il dialogo delle antiche mura con alcuni segni forti dell'architettura di Roma moderna: tra le case popolari di San Giovanni, nella striscia che diviene sottile tra il viadotto di Corso Italia e via Campania, vicino a Porta Maggiore con l’edificio del serbatoio idrico costruito nel 1935 dall’ingegner De Vico o quando si dirigono verso l’immensità della Roma industriale con il gasometro come punto di riferimento.

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